Post by LauraPost by rospocerca su google blackburn dieta pomodori verdi (trovi intanto lo
schema, poi per le dosi specifiche chiedimi)
rospetto
Ti ringrazio per l'indicazione ma il solo link che ho trovato
www.aephymed.it/basicli/dieta_proteica.htm
e non funziona.
Grazie lo stesso, proverò in libreria.
Laura
dovevi accedere alla copia cache... cmq posto il contenuto... con le
qtà di proteine modificate con quanto devo assumere io.
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La miglior dieta è indubbiamente quella di mangiare meno. Ma i lavori
scientifici effettuati con diete a basse calorie hanno rilevato un
fallimento, quasi totale, di queste riportando solo l'8% di risultati
positivi nel tempo. Solo i pazienti che hanno meno di 10 Kg da perdere
hanno qualche speranza di successo.
Certo è che il regime a basse calorie, quando è ben equilibrato, resta
sicuro, quasi senza pericolo per i nostri pazienti, ma rimane il più
duro, il più difficile ed il più penoso per le seguenti ragioni:
questa dieta non toglie la fame, poca gente resiste a questa
sensazione spiacevole ed abbandona dopo due o tre settimane.
questa dieta è troppo lunga, una perdita di 500 grammi la settimana è
un fattore demotivante per un paziente che ha più di 10 Kg da perdere.
questa dieta favorisce la tentazione, la continua fame porta a
frequenti deroghe nella limitazione delle quantità alimentari da
assumere.
Inoltre, il medico, deve ricordare, quando somministra questa dieta,
che alla diminuzione di apporto calorico si accompagna spesso un
abbassamento dei bisogni metabolici.
Un alternativa proposta è quella del digiuno assoluto. Questo regime,
che è composto da sola acqua assunta a volontà, porta ad una perdita
di massa magra superiore alla perdita della massa grassa.
Questa perdita avviene soprattutto a livello dei muscoli striati. Le
fibre muscolari cardiache fanno parte di questa perdita con possibili
conseguenze mortali.
Studi fatti sul bilancio azotato mostrano che con il digiuno assoluto
un adulto che pesa 70 Kg perde 3,7 Kg di azoto ogni giorno.
Considerando che un grammo d'azoto corrisponde a 6,25 grammi di
proteine e che il muscolo contiene circa il 20% di queste, la perdita
è di 32 grammi di muscolo al giorno.
Aggiungendo che i bisogni proteici aumentano sotto restrizione
calorica, si arriva che dopo 10 giorni di digiuno il paziente perde
circa due chili di tessuto muscolare.
Da queste considerazioni numerosi autori cominciarono a studiare la
possibilità di trovare una dieta che potesse dare un bilancio calorico
negativo minimizzando la perdita di massa magra. Per questo era
necessario modificare il digiuno assoluto con un integrazione
proteica. Bollinger nel 1966 provò ad aggiungere dell'albumina.
Apfelbaunm nel 1970 addizionò caseina. Geunth e Verter nel 1974
aggiunsero del glucosio con della caseina. Baird e Howard nel 1975
mescolarono del glucosio con degli aminoacidi.
Fu, però, Blakburn che determinò i bisogni dell'organismo in
aminoacidi nel corso del digiuno e che dimostrò come una privazione
calorica, con un'assenza completa d'idrati di carbonio, potesse
neutralizzare l'effetto anabolico dell'insulina sul metabolismo dei
grassi. Infatti senza insulina non è possibile lipogenesi.
Blakburn provò che delle piccole quantità di aminoacidi portavano, nel
corso del digiuno proteico, dei leggeri cambiamenti nella risposta
metabolica e potevano neutralizzare il bilancio azotato negativo.
Quindi i pericoli del digiuno assoluto potevano essere eliminati
ingerendo delle proteine prive di idrati di carbonio.
In questi studi Blackburn codificò la quantità esatta di proteine che
bisognava assumere nel corso del digiuno per proteggere la massa
nobile di un individuo, cioè da 1,2 a 1,5 gr per chilo di peso ideale.
Nacque così il digiuno proteico che protegge l'equilibrio azotato e
cancella la fame grazie allo stato di chetosi che l'accompagna.
Infatti nel digiuno proteico si ha la diminuzione del glucosio con
conseguente attivazione del catabolismo dei trigliceridi adipocitari.
La lipoproteinlipasi idrolizza i trigliceridi in acidi grassi e
glicerolo. Il glicerolo è ossidato a livello del fegato in glucosio.
Il 40% degli acidi grassi prodotti vengono utilizzati direttamente nel
lavoro muscolare. L'altro 60% subisce una beta-ossidazione a livello
epatico con la formazione di Acetil-CoA. Dalla successiva
condensazione di due molecole di Aetil-CoA si forma l'acido
acetacetico. Questo si trasforma, in massima parte, in acetone ed
acido beta-idrossi-butirrico. Questi tre composti vengono denominati:
corpi chetonici. La corretta funzionalità pancreatica, caratteristica
del paziente non diabetico, permetterà la successiva riconversione, in
presenza di minime concentrazioni d'insulina, dei corpi chetonici in
Acetil-CoA e la loro successiva metabolizzazione.
La formazione dei corpi chetonici nel digiuno proteico riveste
numerosi vantaggi:
forniscono il 25% dell'energia che richiede l'organismo nel corso del
digiuno proteico.
facilitano l'utilizzazione degli acidi grassi liberi da parte del
cervello che trasforma la sua fonte energetica utilizzando per l'80%
del suo metabolismo i corpi chetonici.
i corpi chetonici circolano liberamente nell'organismo fornendo
energia, infatti non hanno bisogno di proteine vettrici e penetrano
liberamente nelle membrane cellulari.
Da ciò si può concludere che il digiuno proteico permette di
utilizzare a pieno l'energia del tessuto adiposo, riducendolo, senza
intaccare la massa magra.
Il Dott. Giuseppe Castaldo, responsabile del modulo di Nutrizione
Clinica dell'Azienda Ospedaliera "Moscati" di Avellino, ha
sperimentato lungamente questa dieta sia su pazienti ospedalizzati che
su pazienti ambulatoriali (la dieta, successivamente riportata,
prevede l'uso di alimenti naturali, alimenti dietetici ed integrazione
vitaminico-minerale).
Prima e durante la dieta i pazienti sono stati studiati sul piano
antropometrico, cardiologico e sul piano ematochimico. In tutta la
casistica ad oggi riportata dal dott. Castaldo (oltre 500 pazienti) si
è avuta perdita di tessuto adiposo senza diminuzione di massa magra;
tutti i parametri ematochimici sono rimasti nella norma senza rilevare
variazioni dell'uricosuria (uno dei pericoli del digiuno è la necrosi
tubulare per acido urico), del pH ematico (l'eventuale acidosi
iniziale da corpi chetonici era prontamente tamponata) o degli enzimi
epatici (assenza di steatosi); anche il tracciato elettrocardiografico
non ha rilevato alcuna variazione.
Di particolare interesse è stato il rilevare che la perdita di grasso
avveniva principalmente nei distretti di adiposità localizzata in
eccesso. Anche se questo meccanismo non è ancora perfettamente
chiarito si pensa ad un'azione specifica del GH, ormone che aumenta il
questo regime dieteteico.
La dieta
COLAZIONE
thè o caffè con dolcificante (Aspartame)
misurino di Integratore in polvere
sciogliere il prodotto in 150 cc di acqua tiepida e aggiungere caffè o
thè
PRANZO
misurino/i di Integratore in polvere
sciogliere il prodotto in 150 cc di acqua tiepida
200 grammi di manzo, vitello, coniglio magro, petto di pollo
250 grammi di alici, crostacei, luccio, merluzzo, palombo, rombo,
sogliola, spigola.
310 grammi di seppie, calamari, polipi.
250 gr di cicoria, finocchi, radicchio, zucchine, insalata riccia,
asparagi, verza, spinaci, scarola, lattuga, fiori di zucca, broccoli,
pomodori verdi.
CENA
misurino/i di Integratore in polvere
sciogliere il prodotto in 150 cc di acqua tiepida
200 grammi di manzo, vitello, coniglio magro, petto di pollo
250 grammi di alici, crostacei, luccio, merluzzo, palombo, rombo,
sogliola, spigola.
310 grammi di seppie, calamari, polipi.
250 gr di cicoria, finocchi, radicchio, zucchine, insalata riccia,
asparagi, verza, spinaci, scarola, lattuga, fiori di zucca, broccoli,
pomodori verdi.
AVVERTENZE
Nei primi tre giorni di dieta assumere due compresse di ENDO-HUNGER
mezz'ora prima dei pasti.
Bere almeno due litri di acqua oligominerale al giorno.
Non usare olio.
Per condire utilizzare limone e aromi vari.
E' possibile invertire il pranzo con la cena.
In caso di fame improvvisa tra un pasto e l'altro mangiare dei
finocchi.
Salare poco i cibi e con sale marino.
Cuocere i cibi al vapore, alla griglia o con forno a microonde.
Occasionalmente si può utilizzare del pomodoro rosso per cucinare la
carne o il pesce.
Se non si assumono le verdure ad un pasto raddoppiare la quantità
all'altro pasto.
Le verdure vanno consumate cotte, crude, singole o miste; è possibile
assumere le verdure centrifugate.
Praticare ogni giorno una regolare attività fisica aerobica senza
sforzo.
Bere una volta al giorno una tisana composta da equiseto 40%, rosa
canina 40% e liquirizia 20% dolcificata con aspartame.
E' possibile consumare pillole alla clorofilla per l'eventuale
alitosi.
Durante la giornata assumere due compresse di Potassio più due
confetti di un polivitaminico con minerali.
L'integratore
Il successo di questa dieta ha portato il mercato degli integratori
alimentari a fornire vari tipi di preparati proteici liofilizzati atti
a sostituire gli alimenti naturali, spesso accettati con difficoltà
dai pazienti.
Senza entrare sul raffronto dei vari prodotti presenti sul mercato, ma
rammentando a ciascuno di noi di verificare secondo scienza medica
quanto ci viene proposto e soprattutto che non possono esistere
composizioni che permettano di superare i fabbisogni in aminoacidi di
ciascuno di noi, tracciamo le linee guida che hanno portato alla
nostra ultima scelta.
Un alimento dietetico proteico per essere utilizzato nel trattamento
dietetico deve:
rispettare o avvicinarsi ai rapporti percentuali degli aminoacidi
essenziali consigliati da Meister in Biochemestry of aminoacid nel
1965;
rispettare il rapporto lisina/triptofano di 5;
non essere sottoposto ad idrolisi acida, per il suo trattamento,
perché questa tecnica distrugge il triptofano;
avvicinarsi il più possibile alla composizione aminoacidica
caratteristica dell'alimento che consente l'accrescimento dell'uomo:
il latte della donna.
Riportiamo per completezza le percentuali in aminoacidi essenziali nel
latte della donna e quelle stabilite da Meister:
DONNA MEISTER
Istidina 7 %
Isoleucina 12 % 15 %
Leucina 22 % 20 %
Lisina 18 % 16 %
Metionina 4 % 7 %
Fenilalanina 10 % 10 %
Treonina 12 % 10 %
Triptofano 4 % 5 %
Valina 11 % 20 %