Jinx
2016-05-31 16:00:58 UTC
La cucina tradizionale giapponese è straricca di cibi pieni di sale, eppure
i giapponesi sono il popolo più longevo al mondo. Al contrario la cucina
tradizionale africana è tra le più povere di cibi salati, eppure la i negri
soffrono d'ipertensione più di ogni altro popolo e l'apettativa di vita è
sicuramente la più corta.
Dai tempi delle preistoria il contenuto di sale nella dieta è aumentato col
progredire della civiltà: nel paleolitico si mangiavano 2 grammi di sale al
giorno, ma fino alla metà del novecento si assumevano anche 20 grammi al
giorno con la dieta, ma non risulta che i nostri nonni morissero tutti
d'infarto.
Com'è nato il mito della dieta povera di sale che farebbe bene alla salute?
Alla metà del novecento, quando ancora non si erano colpevolizzate le
sigarette e i grassi idrogenati nei cibi, occorreva trovare un caprio
espiatorio per le numerose morti d'infarto che accadevano in USA e Europa.
Furono condannati prima il colesterolo alimentare e poi il sale. Perché in
effetti seguendo una dieta povera di sale si abbassa un po' la pressione per
un certo numero di giorni, finché il corpo si adatta alla situazione e
ripristina una pressione normale (se il sodio è assunto a sufficienza).
L'esperimento che ha condannato il sale fu compiuto nel 1953 dal biologo
americano George Meneely: alimentò 10 ratti con l'equivalente di una dieta
per l'uomo di 200 gr di sale al giorno, e alla fine di questa tortura solo a
4 ratti (il 40% del campione) gli venne l'ipertensione.
Mistero come da allora si sia potuta diffondere poi la favola che una dieta
con poco sale faccia bene alla salute. Ma detto fatto: questo resta uno dei
cavalli di battagli dei nostri medici, che continueranno imperterriti a
proporcela non avendo altre cure credibili.
i giapponesi sono il popolo più longevo al mondo. Al contrario la cucina
tradizionale africana è tra le più povere di cibi salati, eppure la i negri
soffrono d'ipertensione più di ogni altro popolo e l'apettativa di vita è
sicuramente la più corta.
Dai tempi delle preistoria il contenuto di sale nella dieta è aumentato col
progredire della civiltà: nel paleolitico si mangiavano 2 grammi di sale al
giorno, ma fino alla metà del novecento si assumevano anche 20 grammi al
giorno con la dieta, ma non risulta che i nostri nonni morissero tutti
d'infarto.
Com'è nato il mito della dieta povera di sale che farebbe bene alla salute?
Alla metà del novecento, quando ancora non si erano colpevolizzate le
sigarette e i grassi idrogenati nei cibi, occorreva trovare un caprio
espiatorio per le numerose morti d'infarto che accadevano in USA e Europa.
Furono condannati prima il colesterolo alimentare e poi il sale. Perché in
effetti seguendo una dieta povera di sale si abbassa un po' la pressione per
un certo numero di giorni, finché il corpo si adatta alla situazione e
ripristina una pressione normale (se il sodio è assunto a sufficienza).
L'esperimento che ha condannato il sale fu compiuto nel 1953 dal biologo
americano George Meneely: alimentò 10 ratti con l'equivalente di una dieta
per l'uomo di 200 gr di sale al giorno, e alla fine di questa tortura solo a
4 ratti (il 40% del campione) gli venne l'ipertensione.
Mistero come da allora si sia potuta diffondere poi la favola che una dieta
con poco sale faccia bene alla salute. Ma detto fatto: questo resta uno dei
cavalli di battagli dei nostri medici, che continueranno imperterriti a
proporcela non avendo altre cure credibili.