Enrico C
2005-06-14 18:30:30 UTC
Dopo aver cercato di vederci chiaro nella dieta del dr Sears, ecco alcune
mie personali conclusioni, [almeno finora, pronto a cambiare idea se mi
sbaglio]
Alcuni aspetti che mi sembrano buoni:
[elenco non completo, solo le prime cose che mi vengono in mente]
1-Ok. Aiuta a mettere ordine nella propria alimentazione attraverso una
serie di regole pratiche. Spesso il problema di chi ingrassa o mangia male
è proprio il mangiare in maniere sregolata, imho, e delle indicazioni
troppo generali e astratte non aiutano granché in questi casi.
2-Ok. Evita i pasti-abbuffata, che appesantiscono e stressano l'organismo,
distribuendo il cibo in maniera più omogenea su più pasti e spuntini;
3-Ok. E', in fase dimagrante, un regime ipocalorico con (almeno in teoria)
un buon potere saziante, grazie alla presenza di proteine e grassi in buone
quantità, e di fonti di carbo ricche di fibre, come frutta e verdura e
anche cereali, sia pur in modiche quantità e preferendo quelli a IG
medio-basso, ed evitando invece gli alimenti poco sazianti come le bibite
zuccherate o i formaggi molto grassi;
4-Ok. Evita grossi sbalzi insulinici, distribuendo i carboidrati su più
pasti e spuntini, privilegiando quelli a carico glicemico medio-basso, e
associandoli sempre a grassi;
5-Ok. Favorisce un miglior utilizzo delle proteine, credo, distribuendole
su più pasti, e così facendo affatica meno i reni di una dieta con le
stesse proteine ma distribuite meno uniformemente;
6-Ok. Non esclude alcun macronutriente, neanche i carboidrati che anzi
restano la quota principale del 40-30-30. (in realtà, a ben vedere, Sears
parla di un rapporto p/c tra proteine e carbo da individuare in un range da
0,6 a 1 a seconda delle proprie esigenze e delle proprie reazioni, quindi
anche all'interno della Zona è possibile un quantitativo di carbo quasi
doppio rispetto alle proteine).
Con i suoi esempi sulla "mezza fetta di torta" da dividere con gli amici,
fa capire che non è tanto un alimento in ad essere "male", ma il mangiarne
oltre certe quantità. Non escludendo troppi cibi dai menu, la Zona dovrebbe
assicurare anche l'apporto di un po' tutti i micronutrienti, minerali e
vitamine contenute nei diversi alimenti.
7-Ok. Privilegia alimenti come il pesce, l'olio d'oliva, la frutta e
verdura, la frutta secca a guscio, carni magre come quelle bianche, ecc.,
che vengono consigliati anche da molti nutrizionisti e trovano spazio nella
Dieta mediterranea tradizionale, inserendosi facilmente nelle nostre
abitudini e ricette a tavola.
8-Ok. Spinge, mi sembra, verso alimenti freschi e genuini rispetto a quelli
preconfezionati, fast-food e altre schifezze.
9-Ok. Si propone, [anche se non sempre con sufficiente chiarezza, imho],
non solo come dieta dimagrante ma anche come condotta alimentare a regime,
sottolineando che il mangiare bene è alla base di una buona salute, non
solo del dimagrimento fine a se stesso.
10-Ok. Sottolinea giustamente che l'importante è perdere massa grassa, se è
al di sopra di certi valori, e magari guadagnare massa magra, mentre è
sbagliato guardare solo ai chili del proprio peso complessivo.
11-Ok. Giustamente fa notare che i cibi non sono solo calorie, ma hanno
anche un complesso effetto metabolico e sugli equilibri ormonali.
12-Ok. Giustamente, AFAIK, consiglia prudenza con i grassi saturi.
Invece, ecco alcuni punti che mi convincono meno o cmq dubbi, almeno
secondo me.
1-No. Parte da una base di proteine non altissima ma cmq abbondante (da 1,1
a 2,2 g per Kg di massa magra secondo l'attività svolta, e almeno 77 g per
tutti, conteggiando per semplicità solo le proteine animali), senza tener
conto che alcune persone possono vivere bene con quantitativi minori, e che
anzi per alcune categorie le proteine andrebbero limitate...
2-No. Dà molta importanza al "corretto" rapporto tra proteine e carboidrati
in ogni singolo pasto e persino negli spuntini, per ottenere l'equilibrio
ideale di glucalone e insulina e quindi il corretto bilanciamento ormonale
degli eicosanoidi. Questo, al di là dei dubbi più "tecnici" (sulla teria di
Sears degli eicosanoidi buoni e cattivi, o sul fatto se non si possano
ottenere gli stessi rilasci di insulina anche con rapporti p/c diversi...).
diventa comunque una complicazione a livello pratico se deve essere
rispettata per ogni singolo spuntino. E questa "pignoleria", mi si passi il
termine, applicata persino al più piccolo spuntino, non è un bene, imho,
perché una dieta funziona sorprattutto se si può seguire facilmente.
3-No. Nella fase "a regime", per chi ha già raggiunto la linea desiderata,
Sears prevede un aumento calorico derivante soprattutto da grassi
monoinsaturi, e in particolare olio d'oliva. Pur apprezzando molto l'EVO,
credo che una dieta basata in percentuali troppo alte sull'EVO diventerebbe
un po' noiosa, come minimo. Inoltre, non prevede alcun aumento dei
carboidrati, neanche per chi sia in linea o faccia sport, e questo mi
sembra controproducente in certi casi (p.es. alcuni sportivi) e comunque
un'inutile limitazione troppo generalizzata, (mentre forse può avere un
senso per alcuni). Probabilmente, con una buona scelta delle fonti, anche
rapporti più alti in termini di carboidrati possono dare gli stessi
risultati di benessere, forse anche di controllo insulinico che tanto sta a
cuore Sears... e non per tutti i carboidrati sono un "inferno" che non si
riesce a gestire e che dà dipendenza!
4-No. "Spinge" forse un po' troppo sull'uso di integratori, con tutto
l'indotto commerciale che ci gira intorno, piuttosto che sull'assunzione
degli stessi principi nutritivi dagli alimenti.
5-No. Dà un ruolo quasi di medicina preventiva universale, per tutti i mali
di ogni genere, al controllo degli eicosanoidi buoni e cattivi attraverso i
livelli d'insulina e all'apporto degli omega 3. Di questa azione di
prevenzione e di miglioramento della condizione fisica e mentale parla anzi
in termini molto enfatici, addirittura come "supersalute".
Non dico che questi fattori non abbiano importanza, ma un ruolo così
fondamentale per tutte le malattie dal raffreddore al cancro a me pare che
sia ancora da dimostrare.
6-No. Pur prevedendo, ovviamente, l'attività fisica, non ne fa un perno
fondamentale e imprescindibile della dieta. Questa almeno l'impressione che
mi son fatto leggendo "The Zone" e consultando il sito ufficiale del Dr
Sears. L'accento è invece più sul ruolo del cibo, sorta di "medicina" che
può migliorare (anche) le prestazioni atletiche, piuttosto che sul ruolo
fondamentale dello sport e del movimento, che secondo me è persino più
importante del tipo esatto di alimentazione e di piccole differenze nella
distribuzione percentuale tra i macronutrienti. Non a caso, in piramidi
alimentari come quella di Harvard e in altre, l'attività fisica è il
livello alla base di tutto.
7-No. Il Dr Sears dice che il momento migliore per mangiare è quando non si
ha fame. Secondo me invece è proprio questo il principale errore che spinge
a ingrassare, mangiare quando non si ha vera fame fisica, ma solo fame
psicologica.
8-No. Sears prevede la stessa distribuzioni di macronutrienti per tutti gli
spuntini, e non distingue per quelli dopo l'allenamento, mentre su questo
newsgroup ho letto il consiglio di privilegiare un certo tipo di
alimentazione che reintegra rapidamente le energie senza appesantire la
digestione (per esempio un frutto).
9-No. Nella sua classificazione dei carboidrati in base all'indice
glicemico, nel libro 'The Zone', mette la pasta nella tabella dei cibi con
indice glicemico tra 50 e 80 (rispetto al pane bianco), mentre gli
spaghetti di grano duro all'italiana, cotti al dente, possono avere indice
glicemico inferiore a 50.
10-No. Non prevede periodi di reintegro con maggior apporto calorico (utili
per "cambiare il passo" dell'alimentazione e non abituare troppo il
metabolismo a "vivere con poche calorie").
11-No. Nei libri non è chiaro quando si parla di consigli per persone
sovrappeso o di regole per tutti.
12-No. Demonizzazione forse eccessiva dei grassi saturi.
mie personali conclusioni, [almeno finora, pronto a cambiare idea se mi
sbaglio]
Alcuni aspetti che mi sembrano buoni:
[elenco non completo, solo le prime cose che mi vengono in mente]
1-Ok. Aiuta a mettere ordine nella propria alimentazione attraverso una
serie di regole pratiche. Spesso il problema di chi ingrassa o mangia male
è proprio il mangiare in maniere sregolata, imho, e delle indicazioni
troppo generali e astratte non aiutano granché in questi casi.
2-Ok. Evita i pasti-abbuffata, che appesantiscono e stressano l'organismo,
distribuendo il cibo in maniera più omogenea su più pasti e spuntini;
3-Ok. E', in fase dimagrante, un regime ipocalorico con (almeno in teoria)
un buon potere saziante, grazie alla presenza di proteine e grassi in buone
quantità, e di fonti di carbo ricche di fibre, come frutta e verdura e
anche cereali, sia pur in modiche quantità e preferendo quelli a IG
medio-basso, ed evitando invece gli alimenti poco sazianti come le bibite
zuccherate o i formaggi molto grassi;
4-Ok. Evita grossi sbalzi insulinici, distribuendo i carboidrati su più
pasti e spuntini, privilegiando quelli a carico glicemico medio-basso, e
associandoli sempre a grassi;
5-Ok. Favorisce un miglior utilizzo delle proteine, credo, distribuendole
su più pasti, e così facendo affatica meno i reni di una dieta con le
stesse proteine ma distribuite meno uniformemente;
6-Ok. Non esclude alcun macronutriente, neanche i carboidrati che anzi
restano la quota principale del 40-30-30. (in realtà, a ben vedere, Sears
parla di un rapporto p/c tra proteine e carbo da individuare in un range da
0,6 a 1 a seconda delle proprie esigenze e delle proprie reazioni, quindi
anche all'interno della Zona è possibile un quantitativo di carbo quasi
doppio rispetto alle proteine).
Con i suoi esempi sulla "mezza fetta di torta" da dividere con gli amici,
fa capire che non è tanto un alimento in ad essere "male", ma il mangiarne
oltre certe quantità. Non escludendo troppi cibi dai menu, la Zona dovrebbe
assicurare anche l'apporto di un po' tutti i micronutrienti, minerali e
vitamine contenute nei diversi alimenti.
7-Ok. Privilegia alimenti come il pesce, l'olio d'oliva, la frutta e
verdura, la frutta secca a guscio, carni magre come quelle bianche, ecc.,
che vengono consigliati anche da molti nutrizionisti e trovano spazio nella
Dieta mediterranea tradizionale, inserendosi facilmente nelle nostre
abitudini e ricette a tavola.
8-Ok. Spinge, mi sembra, verso alimenti freschi e genuini rispetto a quelli
preconfezionati, fast-food e altre schifezze.
9-Ok. Si propone, [anche se non sempre con sufficiente chiarezza, imho],
non solo come dieta dimagrante ma anche come condotta alimentare a regime,
sottolineando che il mangiare bene è alla base di una buona salute, non
solo del dimagrimento fine a se stesso.
10-Ok. Sottolinea giustamente che l'importante è perdere massa grassa, se è
al di sopra di certi valori, e magari guadagnare massa magra, mentre è
sbagliato guardare solo ai chili del proprio peso complessivo.
11-Ok. Giustamente fa notare che i cibi non sono solo calorie, ma hanno
anche un complesso effetto metabolico e sugli equilibri ormonali.
12-Ok. Giustamente, AFAIK, consiglia prudenza con i grassi saturi.
Invece, ecco alcuni punti che mi convincono meno o cmq dubbi, almeno
secondo me.
1-No. Parte da una base di proteine non altissima ma cmq abbondante (da 1,1
a 2,2 g per Kg di massa magra secondo l'attività svolta, e almeno 77 g per
tutti, conteggiando per semplicità solo le proteine animali), senza tener
conto che alcune persone possono vivere bene con quantitativi minori, e che
anzi per alcune categorie le proteine andrebbero limitate...
2-No. Dà molta importanza al "corretto" rapporto tra proteine e carboidrati
in ogni singolo pasto e persino negli spuntini, per ottenere l'equilibrio
ideale di glucalone e insulina e quindi il corretto bilanciamento ormonale
degli eicosanoidi. Questo, al di là dei dubbi più "tecnici" (sulla teria di
Sears degli eicosanoidi buoni e cattivi, o sul fatto se non si possano
ottenere gli stessi rilasci di insulina anche con rapporti p/c diversi...).
diventa comunque una complicazione a livello pratico se deve essere
rispettata per ogni singolo spuntino. E questa "pignoleria", mi si passi il
termine, applicata persino al più piccolo spuntino, non è un bene, imho,
perché una dieta funziona sorprattutto se si può seguire facilmente.
3-No. Nella fase "a regime", per chi ha già raggiunto la linea desiderata,
Sears prevede un aumento calorico derivante soprattutto da grassi
monoinsaturi, e in particolare olio d'oliva. Pur apprezzando molto l'EVO,
credo che una dieta basata in percentuali troppo alte sull'EVO diventerebbe
un po' noiosa, come minimo. Inoltre, non prevede alcun aumento dei
carboidrati, neanche per chi sia in linea o faccia sport, e questo mi
sembra controproducente in certi casi (p.es. alcuni sportivi) e comunque
un'inutile limitazione troppo generalizzata, (mentre forse può avere un
senso per alcuni). Probabilmente, con una buona scelta delle fonti, anche
rapporti più alti in termini di carboidrati possono dare gli stessi
risultati di benessere, forse anche di controllo insulinico che tanto sta a
cuore Sears... e non per tutti i carboidrati sono un "inferno" che non si
riesce a gestire e che dà dipendenza!
4-No. "Spinge" forse un po' troppo sull'uso di integratori, con tutto
l'indotto commerciale che ci gira intorno, piuttosto che sull'assunzione
degli stessi principi nutritivi dagli alimenti.
5-No. Dà un ruolo quasi di medicina preventiva universale, per tutti i mali
di ogni genere, al controllo degli eicosanoidi buoni e cattivi attraverso i
livelli d'insulina e all'apporto degli omega 3. Di questa azione di
prevenzione e di miglioramento della condizione fisica e mentale parla anzi
in termini molto enfatici, addirittura come "supersalute".
Non dico che questi fattori non abbiano importanza, ma un ruolo così
fondamentale per tutte le malattie dal raffreddore al cancro a me pare che
sia ancora da dimostrare.
6-No. Pur prevedendo, ovviamente, l'attività fisica, non ne fa un perno
fondamentale e imprescindibile della dieta. Questa almeno l'impressione che
mi son fatto leggendo "The Zone" e consultando il sito ufficiale del Dr
Sears. L'accento è invece più sul ruolo del cibo, sorta di "medicina" che
può migliorare (anche) le prestazioni atletiche, piuttosto che sul ruolo
fondamentale dello sport e del movimento, che secondo me è persino più
importante del tipo esatto di alimentazione e di piccole differenze nella
distribuzione percentuale tra i macronutrienti. Non a caso, in piramidi
alimentari come quella di Harvard e in altre, l'attività fisica è il
livello alla base di tutto.
7-No. Il Dr Sears dice che il momento migliore per mangiare è quando non si
ha fame. Secondo me invece è proprio questo il principale errore che spinge
a ingrassare, mangiare quando non si ha vera fame fisica, ma solo fame
psicologica.
8-No. Sears prevede la stessa distribuzioni di macronutrienti per tutti gli
spuntini, e non distingue per quelli dopo l'allenamento, mentre su questo
newsgroup ho letto il consiglio di privilegiare un certo tipo di
alimentazione che reintegra rapidamente le energie senza appesantire la
digestione (per esempio un frutto).
9-No. Nella sua classificazione dei carboidrati in base all'indice
glicemico, nel libro 'The Zone', mette la pasta nella tabella dei cibi con
indice glicemico tra 50 e 80 (rispetto al pane bianco), mentre gli
spaghetti di grano duro all'italiana, cotti al dente, possono avere indice
glicemico inferiore a 50.
10-No. Non prevede periodi di reintegro con maggior apporto calorico (utili
per "cambiare il passo" dell'alimentazione e non abituare troppo il
metabolismo a "vivere con poche calorie").
11-No. Nei libri non è chiaro quando si parla di consigli per persone
sovrappeso o di regole per tutti.
12-No. Demonizzazione forse eccessiva dei grassi saturi.